Cividale e dintorni

Cenni storici di Cividale del Friuli

Secondo la tradizione, la città fu fondata nel 50 a. C. da Giulio Cesare e chiamata Forum Julii (foro di Giulio). Occupata nel 568 dai Longobardi, guidati dal re Alboino, Cividale divenne la capitale del primo ducato longobardo.

Nell’VIII secolo, durante la dominazione da Franchi, la città mutò il suo antico nome di Forum Julii in quello di Civitas Austriae. Il termine Civitas si tradurrà in seguito nell’attuale Cividale. Con la nascita dello Stato patriarcale friulano (1077), quest’ultima divenne la sede temporale del patriarcato. Nel 1420 fu soggetta al dominio della Repubblica veneta.

Numerose testimonianze artistiche confermano l’importanza storica della città: l’Ipogeo celtico.. ambiente ricco di fascino e mistero; l’Oratorio di Santa Maria in Valle (Tempietto longobardo) straordinario compendio di architettura e scultura altomedioevale.

Il Duomo (XV-XVI secolo), con all’interno la Pala d’argento di Pellegrino Il, capolavoro dell’oreficeria medioevale italiana e due tele di Palma il Giovane; il Palazzo comunale (XIV-XV secolo); il Palazzo dei Provveditori Veneti (XVI secolo), il cui progetto attribuito ad Andrea Palladio. Infine bisogna ricordare il ponte del Diavolo con la suggestiva vista sul fiume Natisone, che la leggenda vuole costruito dal…

Scorci di Cividale del Friuli. Fotografo Alessandro Mas

Ponte del Diavolo, Cividale del Friuli. Fotografo Alessandro Mas

La leggenda

La leggenda narra che anticamente i cittadini di Cividale si riunirono in assemblea per escogitare il modo di costruire un solido ponte in pietra, che congiungesse le due sponde del Natisone. Non riuscendo a concludere nulla, invocarono il Diavolo.

Quest’ultimo si presentò con tanto di occhi rossi, coda, corna, offrendo il proprio aiuto per la realizzazione del ponte ma, pretendendo in cambio l’anima del primo cividalese che vi sarebbe transitato.

L’assemblea accettò le condizioni del Diavolo, il quale in una sola notte edificò la struttura.

Ci fu anche l’intervento della madre del Maligno che trasportò nel suo grembiule un grande masso (su quest’ultimo poggia ancor oggi il pilastro centrale del ponte) e lo depose nel bel mezzo del fiume.

La mattina seguente il Diavolo pretese la ricompensa.

Egli venne però ingannato, infatti, i cividalesi fecero attraversare il ponte da un cane (o gatto secondo un’altra versione della leggenda).

Il Diavolo cercò di distruggere la costruzione ma una Croce, seguita dal popolo, lo mise in fuga.

Fotografo Alessandro Mas

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